giovedì 9 luglio 2009

...Ridere...

Ridere ridere ridere ancora...si, ridere, ridere per non piangere, sorridere per dimenticare, dimenticare un passato tuttalpiù malinconico e triste, triste perchè il male resta, si attacca alla pelle, un parassita, succhia il sangue e più si ingrossa (ingrassa), è un male maligno. Puo' scorrere la vita, piatta e filiforme, senza magia, senza peccati, e il parassita tace, pacioso se ne sta rintanato, rilassato, vive con te ma resta immobile. Senonchè al momento sbagliato esplode, vivido nella sua arroganza più sfacciata, pieno nella sua distruttiva rappresentazione: proprio quando qualcosa è scattato, quando una piccola scintilla sembrava poter preannunciare una piccola svolta, un misero miglioramento della propria condizione. Ma la zecca è li, non aspetta altro che stroncare fulminei lampi di luce. E così accade. Stai popolo, silenzioso e piacente, il fango ti copre, stai da bruco, pieno nella tua condizione, che ti compiace, non uscire dalla caverna, scruta le ombre attraverso il vetro opaco della televisione, fai vivere agli altri le tue emozioni.

Ti ritrovo qui,
Puntuale al posto tuo,
Tu spettatore, vuoi, davvero,
Ch'io viva il sogno che non osi vivere te ?!
Questa vita ti sfugge e tu non la fermerai…

sabato 4 aprile 2009

...Io mi rappresenterò..

Cosciente, mi sento forse cosciente nella preoccupazione politica in cui mi trovo. Penso di essere arrivato all'ultimo stadio di un percorso di avvicinamento alla democrazia; itinerario che ora mi porta a scontrarmici: penso di poter affermare, con cognizione di causa, che la maggioranza difficilmente ha ragione.
Ora, forse, preso atto di ciò, posso avvicinarmi alle paure di Togliattti quando, nell'immediato dopoguerra, si preoccupava di un possibile "voto obbligatorio" proposto dalla DC; modalità che avrebbe così coinvolto nelle decisioni governative anche le masse qualunquiste, nonchè la maggioranza della popolazione italiana di allora. E di oggi: oggi la massa è depoliticizzata, non informata, e mancante di coscienza critica, non solo ignora ma è male-educata.
Qualcuno l'ha educata all'ignoranza di chi non conosce e non ha i mezzi per conoscere. E lei glielo ha permesso. Si è abituata a fidarsi di slogan di pubblicitari, slogan studiati a tavolino per colpire, per essere efficaci nel vendere un prodotto, prodotto purtroppo non in garanzia, perchè una legislatura è lunga.
Necessario è aprire un varco, da dove possa entrare quella corrente di informazioni che è internet, informazioni da decriptare e da rendere potabili, accessibili a chi non può o non vuole vedere.
Il flusso di conoscenza travolgerà chi fino ad oggi ha tenuto gli occhi chiusi, e li scoppierà una bomba. La gente inizierà a capire e cercherà aiuto, appoggio, ma nessuno di coloro che sono stati eletti prenderà a cuore la loro situazione, anzi si rintaneranno, scoperti, nella loro corrotta coscienza.
Unica soluzione a quel punto sarà esporsi in prima persona, autorappresentarsi. Sono distanti e privilegiati, hanno dimostrato attaccamento alla poltrona ed egoismo intellettuale.
Dal basso, a piccoli passi, arrivare ad essere giudici ed artefici del nostro futuro.

mercoledì 22 ottobre 2008

Mancanza di riscatto

Trovarsi davanti a un muro. E sapere che poco più in la qualcunaltro sta fissando mattoni uguali e diversi dai tuoi. Schiacciato dal turbine di pensieri, di riflessioni che rimbalzano e urtano il tuo "quieto vivere". Non vuoi affrontarla la situazione, fai fatica ad immaginare da dove poter iniziare. Forse la pigrizia e forse la volontà di investire sulla tua vita, e solo su quella. Arrivare a pensare che la democrazia proprio non funziona se il 50% della popolazione italiana ha scelto il suicidio; e credere che proprio la democrazia non funziona se il 33% l'avrebbe scelto in un altra forma.
Oggi mi è capitato di sfogliare un libro fotografico sul '68.
Non intendo analizzare l'epoca e ,soprattutto, le conseguenze.
Un'immagine in particolare mi ha fatto pensare: un murales "la democrazia è il fucile sulla spalla dell'operaio".
Una frase certamente d'effetto. La prima reazione è stata d'orgoglio; vedendola in quest'ottica, la gente comune, forse, conta ancora qualcosa.
Poi ho pensato all'Italia oggi. Nulla per cui essere orgogliosi; mi piacerebbe la democrazia fosse quello, ma nella melma in cui sguazziamo oggi non riesce più ad esserlo. Ci troviamo in un contesto di semi- libertà, semi-libertà di opinione, semi-libertà di iniziativa e non libertà di controllo su coloro che ci rappresentano.
Ed è qui che la democrazia fallisce, nella nascita di un qualcosa ormai fuori dal controllo di chi l'ha creato. Una creatura diventata autosufficiente che si auto- alimenta di cui hanno ampiamente parlato Rizzo e Stella.
Il periodo è critico, e soprattutto manca la coscienza della condizione critica.
In quelle foto gli sguardi mostravano rabbia per la situazione, rabbia per diritti che si ritenevano dovuti e che invece restavano ignorati, volontà di avere ciò per cui ogni giorno si sgobbava in fabbrica.
Quella classe operaia non esiste più; non esiste in primis per il cambiamento del panorama sociale ne nostro stato ma, per estes, non esiste un'entità paragonabile.
Mi spiego: diciamo che, a mio avviso, quella fascia di popolazione che naviga sul filo della soglia di povertà, non è in grado di essere paragonata alla classe operaia, o se vogliamo proletaria.
Non ha le capacità per incarnare le pretese dei poveri, è frammentata, debole e egoista.
L'esperienza che posso portarvi è estremamente pratica; possibile che io senta persone di mezza età, operai, manovali, che passano ore a litigare sedute a un tavolo,nel bar del mio quartiere, perchè uno sostiene le idee del sinistrorso Veltroni (sempre se quella è sinistra) e l'altro si ostina a difendere le decisione del governo di centro-destra (sempre se si può parlare di centro).
Non bastano i vistosi calli che entrambi hanno sulle mani per far si che si crei un'identità unica, non esiste una coscienza comune.
Entrambi faticano ad arrivare a fine mese, entrambi si rompono la schiena per provare a trascorrere una vita senza privazioni. Entrambi vengono presi in giro da sorrisi e promesse. Non se ne rendono conto.
Non vedo la capacità di capire, a prescindere dallo schieramento politico, che le problematiche quotidiane sono comuni. Manca la volontà di unirsi sotto una stessa bandiera per tornare a farsi sentire per cambiare veramente la vita, veramente le cose. Una bandiera nostra, non politica, ma Pratica.
Ci hanno diseducato alla democrazia. In Italia non sappiamo più cos'è. Dovrebbe essere il fucile sulla spalla del popolo. Chi governa deve portare rispetto a chi gli ha dato questo compito.
Siamo noi i loro datori di lavoro; dovrebbero ricordarselo che "El pueblo unido jamas sera vencido", e temere che il popolo non sia soddisfatto. Ma dobbiamo crederci noi per primi; ricordarci che i nostri bisogni sono gli stessi, le nostre difficoltà sono le stesse. Ci sarà ancora tempo per discutere se il comunismo sia la soluzione alle disuguaglianze, o il capitalismo il motore per la crescita, ma il tempo per la libertà è ancora poco.

domenica 6 luglio 2008

L a mia Gente

La mia Gente non ha certo un nome
non si trova sui libri di storia
a volte è perduta, a volte arrabbiata
o allegra o sola o ubriaca.
La mia Gente non è originale
non parla con parole strane
ma cammina per strada e sogna e lavora
confusa e inquieta e contorta.

La mia Gente è così, anche la vostra. Le persone che ci circondano sono proprio loro, afflitti dai problemi quotidiani e Noi, proprio Noi, giochiamo a fare gli intellettuali. Capaci di parlare dei grandi sistemi politici ed economici, ma incapaci di capire chi ci sta vicino.
Sognamo ancora, siamo ancora estranei a quella morsa della sopravvivenza, che, come legge di natura, spinge a ricercare beni esclusivamente necessari.
E le nostre parole non lo sono. E' proprio per loro che dobbiamo cercare motivazioni per migliorare, modificare il contesto comune; non possiamo inculcare le nostre parole nella testa della nostra Gente senza metterle in condizione di capirne l'importanza.
C'è chi si è armato di luoghi comuni e ha trascinato la nostra Gente nel Limbo dell'ignoranza; uscire da li per poter puntare su interlocutori che possano realmente pensare con la propria testa, non plagiati da fenomenali campagne "pubblicitarie".
Nostro compito. Incarnare la "Volontà generale", per dirla alla Rosseau, ma renderla partecipativa.

venerdì 20 giugno 2008

Chiedo opinione

Poco fa ho mandato questa mail al Partito di Forza Nuova e al gruppo dei Giovani Comunisti, aspettando una loro cortese risposta pubblico di seguito la mia richiesta:

Buonasera,
premetto che mi sento completamente estraneo a qualsiasi corrente politico-partitica.
Ho pensato di rivolgermi a voi, ma non esclusivamente, per capire come la pensate.
La questione che vorrei sottoporvi riguarda il disegno legge spacciato come “decreto intercettazioni”.
Sinceramente le notizie a riguardo sono state piuttosto imprecise e purtroppo generalmente faziose. Chi l'ha proposto lo ritiene assolutamente necessario, l'opposizione è riuscita solo ad abbandonare la seduta parlamentare, come se questo fosse servito a qualcosa.
Ciò che mi è chiaro sono solo pochi punti: modalità di utilizzo delle intercettazioni, vincoli di comportamento dei giornalisti, obblighi di comportamento dei magistrati.
Le intercettazioni potranno essere utilizzate esclusivamente per reati che prevedano una pena superiore a dieci anni; escludendo così usura, truffa, rapimento semplice, reati ambientali, reati finanziari, e tanti altri reati comuni.
I Giornalisti. Non potranno più diffondere, o commentare, atti di processi, non segreti (smettono di esserlo dalla consegna agli avvocati), rischiando in caso contrario multa, detenzione (1-3 anni) e sospensione dalla professione.
Ultima nota i Magistrati: nemmeno loro potranno comunicare, informando così la popolazione degli sviluppi processuali, se non vogliono perdere la titolarità dell'inchiesta.
A mio avviso il rischio è una censura, perlomeno pesantemente diffusa.
Ho pensato di chiedere la vostra opinione primariamente perchè mi interesserebbe avere una visione d'insieme di come è stato percepito il problema o, se vogliamo, la questione.
Oltretutto siete una delle forze extraparlamentari, quindi immagino non vi sentiate completamente rappresentati da chi governa (e dall'opposizione).
Confidando in una vostra risposta, vi porgo distinti saluti.

www.lebeatitudini.blogspot.com

giovedì 19 giugno 2008

Schierarsi

Puzza...tutto puzza...non riesco a guardarli negli occhi, anche se chi dovrebbe abbassare lo sguardo sono loro.
Sono senza parole: riesco a sentire solo rabbia, non delusione, rabbia. Per essere delusi bisognerebbe essersi fidati in partenza.
Colpisce profondamente la faccia tosta e l'arroganza con cui perseguono i loro obiettivi.
Inizio a temere; qualcuno poco tempo fa iniziava a temere "Prove tecniche di fascismo"; ora lo stesso qualcuno realizza il cammino italiano verso un regime moderno. Il definitivo passaggio l'ha inaugurato il pacchetto censura.
Con Travaglio. Con Grillo. Iniziamo a combattere.

lunedì 19 maggio 2008

Baratro

il rischio cresce, alimentato dall'insicurezza di una situazione critica...ora è un baratro che ci si presenta davanti. Situazione governativa rafferma non serena. Siamo in equilibrio precario: abbiamo scelto chi deve scegliere per noi, solo ora paiono chiare le prospettive per i prossimi 5 anni.
Una diarchia cementata. Non ci saranno più polemiche o dibattiti. Stiamo tutti bene. Il presidente del consiglio ha una maggioranza abbondante, il presidente del consiglio ombra la pensa come la maggioranza abbondante. Non resta che sperare di resistere in equilibrio, lottando e non abbandonando la coscienza nazionale agli eletti. Rimane comunque a loro la responsabilità di spingergi a un suicidio all'americana per rilanciare l'economia o ripartire dal basso, venire incontro alla grande maggioranza degli italiani. Temo. Sento la terra sgretolarsi sotto i piedi.